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congresso cgil: alla ricerca della partecipazione

“Perchè non ci serve un leader acclamato dal popolo, ma centinaia di migliaia di leader nei luoghi di lavoro e nel territorio”

Oggi 11 Marzo 2014 ho preso parte al mio ultimo congresso di questo XVII congresso della Cgil. Mi congedo da questa esperienza con una breve riflessione e il racconto di un esperimento.
Sono entrata nella Cgil 10 anni fa e questo è il mio 3° congresso. Il primo l’ho vissuto nel territorio, il secondo alla cgil nazionale. Questa volta ho avuto il privilegio di vederlo da entrambi gli osservatori: quando a Corso Italia ha preso il via il dibattito del gruppo dirigente e poi qualche mese dopo, quando ha varcato la soglia delle fabbriche.
E’ scontato affermare che tra questi due “congressi” c’è un abisso.  La crisi della rappresentanza si misura anche così (e per fortuna abbiamo un radicamento che ci consente ancora di misurarla) e il congresso dovrebbe essere l’occasione per affrontarla.
Ripensandoci fanno sorridere i sovrabbondanti discorsi sulla partecipazione, la discussione libera, il ruolo degli iscritti, l’apertura della nostra organizzazione. Appaiono una intenzione tanto declamata, quanto poco praticata, o forse difficilmente praticabile in queste forme.

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#viviseves: quando la fabbrica fa comunità

La fabbrica è un luogo che appare chiuso, misterioso, quasi una fortezza. Spesso mura e cancelli la separano dalla città.
Eppure la fabbrica caratterizza fortemente il territorio. Dentro c’è un pezzo di storia, fatto di abilità, creatività, tradizioni, artigianalità.
Infatti la fabbrica appartiene alla comunità quando ha una storia forte da raccontare che si tramanda per intere generazioni.
La Seves è una di quelle fabbriche che, nonostante le piccole dimensioni, risponde a queste caratteristiche.

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Ilaria Lani bio

Mi chiamo Ilaria Lani, classe 1978, nata a Cesena e cresciuta ad Arezzo.
Da piccola con gli amici di gioco abbiamo dato vita alla “Gazzetta del Campino“, un giornalino scritto a mano da noi bambini.
Scrivere storie collettive era già la mia passione.
Dopo la maturità classica mi sono laureata alla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Siena.
E’ stato all’Università nel 1997 che ho incontrato la politica e mi sono impegnata da subito nell’Unione degli Universitari di Siena, nella fondazione di un circolo culturale studentesco e di un centro servizi per studenti.
Nel 2001 sono stata eletta nell’esecutivo nazionale dell’Udu e ho seguito per l’associazione il nascente movimento del Genoa Social Forum.
La mia identità politica matura lì, nelle strade di Genova di quel fine luglio surreale, tra i manganelli e la moltitudine di persone che avevano avuto la sola colpa di immaginare un altro mondo possibile (ne parlo qui).
Successivamente le battaglie per l’istruzione pubblica contro le riforme Moratti, ma anche per i diritti e il lavoro con la manifestazione del 23 marzo 2003.
L’estate successiva con la Cgil nazionale guidata da Sergio Cofferati promuoviamo il “Tour dei diritti” e mi innamoro del sindacato girando l’Italia per intervistare i delegati  in contesti di frontiera e promuovere la legge di iniziativa popolare sull’estensione dei diritti e contro la precarietà.
Nel 2004 lascio gli universitari e mi trasferisco a Firenze avviando una prima esperienza di impegno nella Camera del Lavoro Metropolitana, nel Nidil Cgil e nella Cgil Scuola (poi Flc Cgil) dove seguo gli enti di ricerca e in particolare i problemi connessi alla precarietà.
Nel 2008 torno a Roma e assumo l’incarico di responsabile politiche giovanili della Cgil Nazionale e con un manipolo di compagni visionari diamo vita alla rivista Molecoleonline.it, alla campagna “Giovani NON+ disposti a tutto”, alla manifestazione contro la precarietà del 9 Aprile 2011 del “Comitato il nostro tempo è adesso”.
La mia esperienza sindacale confluisce in un progetto collettivo per rinnovare e rivitalizzare il sindacato, le nostre riflessioni vengono raccolte nel libro Organizziamoci!.
Nel 2014 torno a Firenze per seguire le fabbriche tessili e di gomma plastica nella Filctem Cgil fino a quando nasce Anita la mia prima figlia. Successivamente curo la campagna “sotuttodite” per  la trasparenza delle filiere della moda e il progetto della Camera del Lavoro di Firenze “Metropolitiamo! Azioni e visioni per la Città Metropolitana“. Poi nasce Agnese.
Tra una battaglia per l’accesso all’asilo nido e il diritto ad un welfare decente provo ad essere anche una mamma “impegnata”, con la determinazione di cui la natura ci dota nel farci sentire che c’è un futuro da difendere.

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