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Autore: ilarialani

Consigli per la donna forte

di Gioconda Belli

Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.

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La schiavitù dietro l’angolo

art leftTratto  dal settimanale Left (11/10/2014)
Versione integrale limitata per motivi di spazio.

Non ci sono più i padroni!”: lo abbiamo sentito ripetere come un mantra da chi suppone che il conflitto capitale/lavoro sia oramai un pezzo di archeologia.
Purtroppo chi vive e conosce il mondo del lavoro, o quantomeno chi non professa falsa coscienza, sa che non è così.
Nel mercato globale cambiano gli attori, i contesti, i confini geografici, ma il conflitto capitale/lavoro è presente e purtroppo sempre più sbilanciato a favore dell’impresa: l’instabilità di questo mercato privo di regole scarica, infatti, costi e rischi sul lavoro, per lo più nei suoi segmenti periferici.

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Siamo sicuri che Marta si sentirà piu’ libera?

Bene. Oggi sappiamo che il presidente Renzi pensa a Marta che non ha il diritto di maternità e a Giuseppe che non ha la cassa integrazione.
La cosa mi solleva considerato che il 9 aprile del 2011 eravamo in piazza, migliaia di giovani e precari, a gridare “Il nostro tempo è adesso” e a rivendicare il diritto universale alla maternità, all’equo compenso, alla formazione, alla indennità di disoccupazione, ad avere contratti decenti.
In piazza, quel giorno, la CGIL c’era, ma Renzi non lo abbiamo proprio visto.
A me però a sta a cuore anche la sorte di Filippo operaio RSU in una fabbrica di Capalle che si sta battendo per difendere la dignità sua e dei suoi colleghi, a fronte della volontà dell’azienda di installare videocamere che lo controllino a distanza mentre lavora. Grazie allo Statuto dei Lavoratori Filippo e i suoi colleghi sono salvi dal ricatto dell’azienda, infatti l’ispettorato del lavoro gli ha dato ragione e le telecamere non potranno riprenderli mentre lavorano.

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Un giorno vennero a prendere me

Prima di tutto bloccarono lo stipendio agli statali,
e fui contento perché lavoravano poco.
Poi vennero a liberalizzare il precariato,
e stetti zitto perché tanto loro sono giovani e possono aspettare.
Poi si presero la cassa integrazione,
ed io non mi lamentai perché la mia azienda andava bene.
Poi tolsero l’art.18,
e non dissi niente perché  riguardava quei quattro gatti licenziati.
Poi non rinnovarono il contratto agli interinali,
ed io fui sollevato perché tanto loro erano già precari.
Poi vennero a prendersi i diritti sindacali,
non mi importò perché tanto il sindacato era solo una casta.
Un giorno vennero a prendere me,
mi licenziarono ingiustamente
e non c’era rimasto più nessuno a protestare.
Né uno Statuto dei Diritti a cui appellarmi.

 

Ho liberamente riattualizzato la nota poesia attribuita a B. Brecht, anche se pare fosse un sermone del pastore Martin Niemöller contro l’apatia degli intellettuali durante l’ascesa del nazismo.

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E fummo svegliati al suon dei manganelli

Era mattina presto, ero infreddolita, avevo dormito tutta la notte insieme ad altri compagni nel bagagliaio di un autobus. E’ da allora che soffro di claustrofobia. Il sacco a pelo e lo zaino lo avevo lasciato nel campo di accoglienza in cui saremmo dovuti andare a dormire.
Alla fine ci siamo rifugiati  nelle colline intorno Genova.
Fummo svegliati dalla polizia.

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