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Categoria: Diario sindacale

Metropolitiamo? il sindacato e la città

Il progetto “Metropolitiamo? Visioni e Azioni per la Città Metropolitana”

“Metropolitiamo? Visioni e Azioni per la Città Metropolitana” è un progetto che la Cgil di Firenze ha promosso ad inizio 2017 per attivare e mettere in relazione energie (interne ed esterne) sulle politiche dell’area metropolitana fiorentina.
Il progetto trova origine dalla nascita delle Città Metropolitane e dall’esigenza della Cgil fiorentina di proporre all’attenzione del dibattito pubblico una propria idea di Città Metropolitana, da costruire attraverso un percorso partecipato.
“Metropolitiamo?” è infatti un invito rivolto a tutta la cittadinanza, un gioco di parole per esercitarsi nella dimensione metropolitana con l’idea di costruire innanzitutto una comunità metropolitana, fatta di bisogni e aspirazioni comuni. La stessa campagna di comunicazione ha utilizzato una grafica che restituisse un messaggio di connessione quale valore comune (tra territori e tra persone). Accanto alla necessità di individuare una visione (o meglio un’insieme di visioni) si decide di elaborare delle azioni (quelle che in gergo sindacale possiamo chiamare vertenze) che possano diventare, anche attraverso alleanze con i vari soggetti sociali, delle vere e proprie battaglie territoriali.

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L’articolo 28

C’è un’azienda di gomma plastica situata anella piana fiorentina di nome Plastylenia che gestisce il personale (prevalentemente immigrato di diverse etnie) con metodi non esattemente gentili.
Impone orari massacranti, regole disciplinari non contemplate dal contratto nazionale e crea un clima di paura con frequenti licenziamenti individuali.
Ovviamente in questa situazione il sindacato, soprattutto se alza la testa, va ostacolato.
La condotta antisindacale è vecchia come il cucco e molto presente in varie forme.
Talvolta si può denunciare attraverso un articolo dello Statuto dei Lavoratori, l’art. 28.

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E fummo svegliati al suon dei manganelli

Era mattina presto, ero infreddolita, avevo dormito tutta la notte insieme ad altri compagni nel bagagliaio di un autobus. E’ da allora che soffro di claustrofobia. Il sacco a pelo e lo zaino lo avevo lasciato nel campo di accoglienza in cui saremmo dovuti andare a dormire.
Alla fine ci siamo rifugiati  nelle colline intorno Genova.
Fummo svegliati dalla polizia.

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A Davide

Caro Davide,

ci siamo incontrati a Coltano nell’estate del 2011 alla seconda Festa dei Giovani della Cgil. Discutevamo della Campagna Giovani NON+ disposti a tutto e di quella manifestazione che il 9 Aprile aveva portato in piazza decine di migliaia di giovani al grido “Il Nostro tempo è Adesso”. Si trattava, ai nostri occhi ingenui, di una piccola rivoluzione destinata a cambiare le sorti della nostra generazione.

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congresso cgil: alla ricerca della partecipazione

“Perchè non ci serve un leader acclamato dal popolo, ma centinaia di migliaia di leader nei luoghi di lavoro e nel territorio”

Oggi 11 Marzo 2014 ho preso parte al mio ultimo congresso di questo XVII congresso della Cgil. Mi congedo da questa esperienza con una breve riflessione e il racconto di un esperimento.
Sono entrata nella Cgil 10 anni fa e questo è il mio 3° congresso. Il primo l’ho vissuto nel territorio, il secondo alla cgil nazionale. Questa volta ho avuto il privilegio di vederlo da entrambi gli osservatori: quando a Corso Italia ha preso il via il dibattito del gruppo dirigente e poi qualche mese dopo, quando ha varcato la soglia delle fabbriche.
E’ scontato affermare che tra questi due “congressi” c’è un abisso.  La crisi della rappresentanza si misura anche così (e per fortuna abbiamo un radicamento che ci consente ancora di misurarla) e il congresso dovrebbe essere l’occasione per affrontarla.
Ripensandoci fanno sorridere i sovrabbondanti discorsi sulla partecipazione, la discussione libera, il ruolo degli iscritti, l’apertura della nostra organizzazione. Appaiono una intenzione tanto declamata, quanto poco praticata, o forse difficilmente praticabile in queste forme.

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